Come
scrivere le mosse
Oltre alle situazioni proprie
del gioco degli scacchi, ve ne sono altre che riguardano più il regolamento
dello stesso. Una partitina tra due amici, mentre prevede le stesse regole di
gioco di un incontro ufficiale, non comprende di questo tutte le procedure.
Eppure queste si devono seguire per non commettere infrazioni o perdere
opportunità, come si vedrà in dettaglio più avanti e nel prossimo numero di En
Passant.
IL
FORMULARIO
Tutte le partite che abbiamo un
qualche crisma di ufficialità devono essere registrate. Il Regolamento è
estremamente preciso al proposito, dedicando un capitolo intero, l’ottavo, al
formulario e alla sua corretta compilazione.
8.1 Durante il
gioco, ciascun giocatore è tenuto a riportare le proprie mosse e quelle del suo
avversario, in modo corretto, mossa dopo mossa, il più chiaro e leggibile
possibile, in notazione algebrica (Appendice E), sul formulario prescritto per
la manifestazione. Un giocatore, se lo preferisce, può rispondere alla mossa del
suo avversario prima di registrarla. Egli deve scrivere la sua mossa precedente
prima di fare la successiva. Entrambi i giocatori devono riportare l’offerta di
patta sul formulario. (Appendice E.12) [...]
Questo articolo non è innocuo
come si potrebbe pensare ad un’occhiata distratta. Al di là della nota sulla
notazione algebrica, su cui torneremo avanti, il regolamento dice esplicitamente
che il formulario serve per riportare le mosse proprie e quelle dell’avversario.
Pertanto se si scrive qualcosa sul formulario questa deve essere una mossa. Non
è così ovvio: vediamo cosa scriveva, nella sua famosa trilogia e, in
particolare, in Pensa come un grande maestro, il celebre Aleksander
Kotov:
Ho
osservato il comportamento dei miei colleghi grandi maestri, ed ho notato
che la maggior parte di essi scrivono la loro mossa sul formulario, prima
di giocarla, mentre una minoranza si comporta diversamente. Dovreste
scrivere la vostra mossa in forma «estesa», con una chiara calligrafia
[...] Scrivendo in questo modo avrete sempre davanti a voi, anche nel
prosieguo della partita, la posizione di partenza di ogni pezzo, oltre che
quella sulla scacchiera. Quando guarderete la scacchiera di nuovo, con la
vostra mossa scritta ma non ancora giocata, la vedrete non con gli occhi
fissi nel futuro, ma con quelli di qualcuno che è appena entrato nella sala
da torneo, di qualcuno che valuta la realtà attuale e la elabora in quel
momento.
I consigli di Kotov sono
apparentemente buoni, ma, seguendoli pedissequamente, si rischia di commettere
un’irregolarità. Infatti, per quale ragione si dovrebbe scrivere prima la mossa
se non per correggerla nel caso qualcosa non quadri? Ebbene, nel correggere una
mossa scritta, si infrange il seguente articolo:
12.2 Durante il gioco ai
giocatori è vietato fare uso di note, fonti di informazione, consigli, o
analizzare su di un’altra scacchiera. Il formulario deve essere usato solo per
annotare le mosse, il tempo degli orologi, l’offerta di patta, e le indicazioni
relative a richieste di interventi.
La scrittura di una mossa per
verificarla prima di giocarla è a tutti gli effetti una nota e come tale
proibita dal regolamento. Poiché tuttavia lo stesso non proibisce esplicitamente
la scrittura anticipata di una mossa, l’infrazione di analisi si manifesta solo
attraverso la correzione di ciò che è già stato scritto. Se questo avviene e
l’arbitro o l’avversario rilevano la cosa, si può arrivare ad un’ammonizione
ufficiale e, successivamente, alla perdita della partita.
Meglio quindi comportarsi come se
valesse la regola «mossa scritta, mossa giocata». Tra l’altro, se non si
scrivono le mosse in anticipo, oltre ad evitare i problemi di cui sopra, non si
rischia nemmeno di commettere un’altra infrazione piuttosto comune, quella di
coprire con la penna la mossa appena scritta. Il regolamento infatti
afferma:
8.2 Il
formulario deve essere visibile all’arbitro in qualsiasi momento.
Naturalmente, più che all’oggetto
fisico, ci si riferisce alle mosse scritte sullo stesso. Chiaramente, quando
queste sono in tutto o in parte coperte da una penna, non sono più visibili. E
l’identico discorso vale in presenza di un formulario ripiegato su se
stesso.
Le infrazioni alla compilazione
del formulario -escludendo la correzione di una mossa scritta, che però, come
visto, è trattata da un altro articolo- provocano dei semplici richiami.
Tuttavia non si può dimenticare l’esistenza dell’articolo 12.1 (presentato sullo
scorso numero
di En Passant): un arbitro costretto a richiamare continuamente un giocatore
potrebbe anche decidere che questo costituisca discredito per il gioco degli
scacchi ed agire di conseguenza.
Tuttavia l’errore di compilazione
più costoso e spesso irrimediabile è quello commesso dal giocatore distratto.
L’articolo 8.7 è fin troppo chiaro perché sia ulteriormente da commentare:
8.7 Al termine della
partita entrambi i giocatori firmeranno entrambi i formulari indicando il
risultato della partita. Anche se fosse sbagliato, questo risultato rimarrà
immutato, a meno che l’arbitro non decida diversamente.
Nei tornei non magistrali -in
assenza quindi di formulari copiativi- si preferisce utilizzare un cartellino
esterno in modo che non siano necessarie le operazioni suddescritte. I giocatori
possano quindi conservare il formulario della partita, ma si può notare che
questa è una gentile concessione dell’organizzazione perché il regolamento
afferma:
8.3 I formulari
sono di proprietà degli organizzatori del torneo.
e dunque, in pura teoria, ai
giocatori potrebbe essere chiesto
di restituirli.
LO ZEITNOT
Dopo tutto quello che si è
scritto a proposito dell’uso del formulario, il seguente articolo definisce
quando è legale non
compilarlo:
8.4 Se un
giocatore rimane con meno di cinque minuti sul suo orologio e non riceve un
tempo addizionale di 30 o più secondi per ciascuna mossa, allora non è obbligato
a soddisfare le richieste dell’Articolo 8.1. Immediatamente dopo la caduta di
una bandierina il giocatore deve aggiornare completamente il suo formulario
prima di eseguire la mossa sulla scacchiera.
La procedura corretta per
eseguire questa operazione è
descritta successivamente:
8.5.2 Se solo un giocatore non è
tenuto ad annotare le mosse in base all’Articolo 8.4, egli deve non appena cade
una delle due bandierine, aggiornare il suo formulario completamente prima di
eseguire la mossa sulla scacchiera. Verificato che la mossa sia al giocatore,
egli può utilizzare il formulario dell’avversario, ma deve restituirlo prima di
effettuare la mossa.
LA
NOTAZIONE
Il Regolamento dedica tutta
l’Appendice E alla notazione algebrica, descrivendola nei minimi dettagli, per
altro con poche sorprese al di là di quelle riportate più avanti. Qui si dà la
sola introduzione perchè in essa viene affermata l’importanza di tale
notazione:
La FIDE riconosce per i suoi tornei e match solo
un sistema di notazione, il Sistema Algebrico [...]. I formulari con notazioni
diverse da quella algebrica non possono essere usati come prova nei casi in cui
i formulari di un giocatore sono normalmente usati a questo scopo. Un arbitro
che noti che un giocatore sta usando un sistema di notazione diverso da quello
algebrico, avvertirà il giocatore in questione di questa esigenza.
Dopo queste frasi così
affermative, si può pensare di non scrivere le mosse in notazione algebrica?
Eppure tante situazioni decisamente comuni sembrerebbero non
ammissibili:
·
l’uso della
notazione estesa (di cui parlava anche Kotov nella citazione
riportata);
·
la mancata
indicazione di una x in caso di presa o di e.p. in caso di presa en-passant (il
che significa che non si possono scrivere le mosse come, ad esempio, riportato
dall’Informatore);
·
l’uso di
scritture di mosse tipo DxT, CxC, AxT, ecc., perché fatte in notazione
descrittiva.
Un arbitro dovrebbe intervenire
in tutti questi casi per segnalare il non rispetto della procedura. L’intento,
tuttavia, dev’essere più educativo che repressivo, per cui, durante la partita,
dovrebbe limitarsi a rilevare il terzo dei casi presentato sopra mentre, negli
altri due, può essere sufficiente un consiglio off-line.
Merita un cenno l’articolo E.12,
citato nel 12.1, perché relativamente nuovo (presente da due
edizioni):
E.12 L’offerta di patta deve
essere segnata con (=).
Il suddetto deve è del tipo forte
(shall in inglese). Se un giocatore non riporta l’offerta di patta si ha
ogni diritto di chiamare l’arbitro perché inviti il giocatore in difetto a
mettersi in regola. Cosa comunque utile per non sentirsi poi dire a fine
partita: “Mi avevi offerto patta? Scusami, non l’avevo
capito”.