Stallo a tempo scaduto
Questo è il primo di una serie di articoli in cui vengono descritti dei casi da moviola (come verrebbero chiamati su un campo di calcio) accaduti o che potrebbero accadere attorno ad una scacchiera. Come si può notare da tante interviste i giocatori di calcio spesso dimostrano di avere lacune clamorose sul regolamento dello sport che praticano a livello professionistico. In questa rubrica ci si propone di far fare una figura migliore ai giocatori di scacchi quando si trovino di fronte agli aspetti meno conosciuti del regolamento del nostro gioco.
IL FATTO
Scaccomatto 2000 - Torneo Nazionale - primo turno.
La partita tra Valente e D'Amato è agli sgoccioli. Il sottoscritto -in qualità di arbitro- è presente al tavolo. Valente ha ancora cinque minuti di tempo, D'Amato ha la bandierina alzata, una posizione impossibile da difendere e sta riflettendo con espressione così delusa che qualunque astante, me compreso, pensa che lasci semplicemente cadere la bandierina, come spesso accade in queste situazioni. Invece, dopo una lunga pausa, D'Amato muove e la partita riprende vita. Valente comincia a guadagnare materiale ad ogni mossa, D'Amato sembra sempre più abbacchiato, ma prosegue a muovere visto che la bandierina è sempre alzata. Ad un certo punto mette deliberatamente in presa la Torre. Valente sorride, pensa ad una implicita dichiarazione di abbandono, mangia la Torre... e rimane come inebetito quando si rende conto di aver provocato uno stallo clamoroso. Poi, come colto da una illuminazione improvvisa, nota un particolare sfuggito a chiunque altro e mostra a me arbitro le lancette del quadrante di D'Amato. Ora chi è sorpreso sono io: l'orologio segna le 18.01 (il che significa tempo abbondamente scaduto) ma la bandierina si è come incastrata e non sarebbe caduta nemmeno a martellate. Se voi foste l'arbitro, cosa avreste fatto?
IL REGOLAMENTO
Gli articoli del regolamento toccati dal caso presentato sono i seguenti:
5.2 La partita è patta quando il giocatore che ha il tratto non ha mosse legali e il suo Re non è sotto scacco. Si dice che la partita finisce con uno «stallo». Ciò termina immediatamente la partita.
6.8 Si considera caduta una bandierina quando l'arbitro rileva il fatto o quando una richiesta valida in questo senso viene avanzata da uno qualsiasi dei due giocatori.
6.9 Tranne quando si applicano gli articoli 5.1, 5.2 e 5.3, la partita è persa per quel giocatore che non completa il numero prescritto di mosse nel tempo stabilito.
6.10 Ogni indicazione data dagli orologi viene considerata definitiva in assenza di evidenti difetti. Un orologio con un evidente difetto dovrà essere sostituito. L'arbitro farà ricorso al suo miglior discernimento nel determinare quali tempi dovranno essere indicati sull'orologio dato in sostituzione.
IL VERDETTO
Essendo l'ultima partita della sessione, io ho pensato bene di non decidere nulla e di rivolgermi all'arbitro principale, Michele Cordara, rimandando a lui la decisione. E Michele Cordara, affidandosi al suo buon senso, decretava partita vinta per Valente sulla base che il superamento del limite di tempo, benché rilevato solo successivamente, era antecedente allo stallo. La decisione veniva accettata serenamente dai due contendenti, ma il dubbio rimaneva: era stata quella la corretta decisione?
Personalmente mi sono attivato su Internet (in particolare il newsgroup it.hobby.scacchi) alla ricerca di opinioni, ma la mia posizione (di piena approvazione dell'operato di Michele Cordara) veniva messa in minoranza sulla base del citato art. 6.8, soprannominato articolo Boskov e rifrasato come: bandierina caduta quando arbitro dice. Poiché nessuno aveva visto la bandierina cadere, lo stallo, terminando immediatamente la partita, doveva essere ritenuto decisivo per il risultato finale. Stretta interpretazione del regolamento. Tuttavia, se portata agli estremi limiti, avrebbe potuto provocare un evidente controsenso: se infatti fosse caduta la bandierina di Valente, egli avrebbe dovuto avere partita persa dato che nessuno aveva potuto notare la caduta della bandierina di D'Amato. L'impressione era che bisognasse leggere il regolamento in un altro modo. Ma come?
L'APPELLO
Per fortuna Internet prevede anche la possibilità di rivolgersi a persone che mai e poi mai avremmo pensato di poter interfacciare. In particolare, ho scritto a Geurt Gijssen, considerato il padre del regolamento Fide e le cui opinioni e interpretazioni saranno nei prossimi articoli di questa rubrica. La mia lettera e la sua risposta sono recuperabili su www.chesscafe.com negli archivi di An arbiter's notebook. Il signor Gijssen ha sostanzialmente affermato che:
E già... ma l'art. 6.8, il famigerato articolo Boskov, quello che era il cardine su cui si era basata ogni obiezione? Geurt Gijssen non sprecava più di una parola per liquidarlo: a suo parere, l'art. 6.8 era preempted dall'art. 6.10. Preempted significa che perdeva ogni importanza quando si poteva applicare l'altro. L'uovo di Colombo! O meglio, di Geurt Gijssen e, perché no, di Michele Cordara che aveva azzeccato la decisione corretta.